Fra il 1326 e il 1335, ai Clavesana subentrarono i Del Carretto di Finale, in seguito al matrimonio fra Caterina di Clavesana ed Enrico II Del Carretto di Finale, che aveva altri tre fratelli, Lazzarino, Carlo I e Giovanni. Come più volte documentato, la presenza a Zuccarello di Carlo I Del Carretto, appartenente appunto al ramo del Finale, risulta fin dagli ultimi decenni del XIV secolo, quando nel 1379 nacque sua figlia Maddalena Ilaria (non è noto il nome della moglie di Carlo I Del Carretto e madre di Ilaria).
Dopo aver ceduto al fratello Lazzarino i beni del finalese, egli assunse nel 1397 il titolo di Primo Marchese di Zuccarello. Poco dopo, per suggerimento epistolare del potente Duca di Milano Gian Galeazzo Visconti, il Signore di Lucca Paolo Guinigi chiese in sposa Ilaria, che lasciò Zuccarello alla volta della Toscana il 23 gennaio 1403. Paolo era già stato sposato con Maria Caterina degli Antelminelli, che morì nel 1400 all'età di dodici anni, senza che il matrimonio fosse mai stato consumato. Il matrimonio con Ilaria, proclamato il 1° gennaio 1403, venne celebrato con grande sfarzo il 3 febbraio dello stesso anno nella chiesa di San Romano a Lucca.
Dal matrimonio, il 24 settembre 1404 nacque Ladislao, il cui nome appare nelle vicende della guerra del Finale del 1447-48. L'8 dicembre 1405 partorì per la seconda volta una bambina chiamata Ilaria Minor per distinguerla dalla madre, che secondo le testimonianze dello storico Giovanni Sercambi, morì, probabilmente a causa sua, lo stesso giorno. La figlia Ilaria Minor, con una dote di 21.000 fiorini, andò poi sposa a Battista da Campofregoso, figlio del Doge di Genova. Così narrava il Sercambi, cronista alla corte di Paolo Guinigi: "…Della quale morte il predicto signore suo marito fu sommamente doglioso… il predicto signore all'asequio di tal donna fè magnificamente quello che a ogni grandonna o signore si convenisse, così di messe, oratione, vigilie, vestimenti, drappi, cera, limozine in grande quantità, che serei lungo scrivere a dovere contare ogni particella…", mentre il cronista cinquecentesco Salvatore Danni riferiva: "fu con honorate e pompose exequie e funerali seppellita alla chiesa di San Francesco", precisamente nella grande cappella dei Guinigi della metà del '300. Per incarico di Paolo Guinigi, lo scultore senese Jacopo Della Quercia, giunto appositamente a Lucca, fra il 1406 e il 1407, scolpì nella chiesa di San Martino un monumento funebre per la sepoltura di Ilaria. Fu proprio il monumento a Ilaria a portare a Jacopo Della Quercia il primo grande successo. Gli furono infatti successivamente commissionate altre importanti opere quali la Fonte Gaia e una serie di rilievi della fonte battesimale in San Giovanni a Siena. Così narrava il Vasari nel 1568: "… A Lucca e quivi a Paolo Guinigi che n'era signore fece per la moglie che poco inanzi era morta, nella chiesa di San Martino una sepoltura; nel basamento della quale condusse alcuni putti di marmo che reggono un festone tanto pulitamente, che parevano di carne: e nella cassa posta sopra il detto basamento fece con infinita diligenza l'immagine della moglie d'esso Paulo Guinigi che dentro vi fu sepolta; e a' piedi d'essa fece nel medesimo sasso un cane di tondo rilievo, per la fede da lei portata al marito…". Ultimata la realizzazione della tomba di Ilaria, Paolo di risposò per la terza volta il 17 aprile 1407 con Piagenta, figlia di Rodolfo, signore di Camerino. La signoria di Paolo Guinigi a Lucca terminò con la sua cacciata il 15 agosto 1430. Il monumento funebre è ancora oggi custodito nel Duomo di Lucca ed è meta ogni anno di migliaia di visitatori provenienti da tutto il mondo, pochi dei quali però sanno che Ilaria è nata a Zuccarello. Tornando appunto a Zuccarello, il marchesato, sotto la guida del padre di Ilaria, conobbe subito una rapida espansione territoriale. Carlo I acquistò dai Bava, nel 1410, il castello della Bergalla a Balestrino e nel 1420 facevano parte del feudo anche Castelvecchio, Erli e Nasino. Egli, oltre ad Ilaria ebbe altri due figli, Pirro I ed Enrichetto. Nel 1545 avvenne la divisione del Marchesato in due rami distinti, quello di Zuccarello il cui continuatore fù Giovanni Bartolomeo Del Carretto, e quello di Balestrino il cui capostipite fù il fratello Pirro II. Nel periodo di massimo splendore vi furono aggregati anche Castelbianco, Alto, Caprauna e Bardineto, ma le fortune della famiglia cominciarono a declinare verso la metà del Cinquecento in seguito ad aspre contese ereditarie che, nel 1567, indussero il Marchese Giò Antonio a vendere un terzo del feudo alla Repubblica di Genova. Nel 1588, la tentata vendita del Marchesato al Duca di Savoia da parte di Scipione Del Carretto, determinò una grave crisi.